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sabato 4 febbraio 2012

La preoccupazione dell'ecosistema dell'isola del Giglio

Da quando la Costa Concordia si è incagliata, una delle preoccupazioni per l'ambiente marino dell'isola del Giglio è stato altissimo, al di là dell'evento di per sè. Preoccupazione è condivisibile visto i carburanti contenuti nei serbatoi, gli oli del motore e di tutte le apparecchiature elettroniche rimaste in ammollo. Ecco allora messe delle barriere filtranti per contenere il peggio. Mi domando perchè se un bisonte del mare si arena ci si preoccupa mentre durante l'anno nel quotidiano e nella vita di tutti i giorni nessuno si pone il problema del nostro ecosistema. Pensando agli oli motore che finiscono nelle acque contaminando le acque e l'ecosistema, soffermiamoci su tette le auto e tutti i mezzi a motore che versano sull'asfalto quelle goccioline nere che poi saranno lavate dalle pioggie per finire nei fiumi e nei mari. Cambiamo i copertoni consumati senza mai domandarci dove finisce la polvere del consumo dei nostri pneumatici, sostanzialmente in gomma sicuramente non biodegradabile. Non rinunciamo alle nostre comodità, ormai sono entrate nel nostro ciclo vitale alle quali non vogliamo rinunciare, però ci preoccupiamo dell'inquinamento atmosferico che creano non tanto per una questione di rispetto nei confronti della natura tanto per lavarci la coscienza per i nostri figli.
Fermandoci a riflettere ci rendiamo conto che tutti i giorni le schifezze che la Concordia stà perdendo in mare noi le sversiamo nella'ambiente e nel mare tutti i giorni. Ognuno di noi perde la sua goccia d'olio che arriverà nel mare, senza però che ci siano le panne di filtraggio a pulire le acque.
Mettere sulla nostra bici la targhetta con la scritta "NO OIL"  è sicuramente una forma di protesta e di tutela del nostro ambiente che possono vedere tutti coloro che incrociano la nostre bici.
Non aspettiamo che uno Schettino faccia un'inchino per preoccuparci dell'ambiente.

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